
Catering, musica e parole.
Le mille vie creative di Francesco Morini.
Nasce nel 1981 e nella vita si dedica a mille lavori. Mille è una parola che tornerà spesso, nella sua vita.
Tra le varie esperienze, il catering finirà per avere un posto speciale… ma non è ancora tempo.
A metà degli anni Zero si dedica a una combinazione piuttosto classica: alternare lavori interinali alla carriera musicale.
È un rapper di buon successo, voce e autore con il nome d’arte di Millelemmi.
In quegli anni, si dedica all’hip hop classico e sperimentale, presentando anche un’opera rap al Teatro Comunale di Firenze.
Poi tutto si ferma.
La sensazione? Aver fatto tutto il possibile con la musica.
Almeno, tutto quello che poteva fare senza ucciderla.
Si stacca dalla musica perché non ha più voglia di troppe parole.
Un ossimoro: un rapper silenzioso.
Sente il bisogno di ascoltare gli altri, di mettersi di lato, di non stare più al centro della scena.
Decide che la musica non deve essere una carriera. La vuole pura, fatta solo per gioia personale.
Proprio in questo periodo conosce Giulia ed Elena.
L’amore per la cucina nasce da molto tempo prima.
Gli è sempre piaciuto l’aspetto sociale, conviviale.
Con Kitchen Wishes diventa maitre di sala e direttore creativo degli eventi di un catering molto speciale.
Un catering fatto di dedizione, creatività e passione.
All’inizio l’idea è unire le sue passioni musicali al lavoro di Kitchen Wishes, creando un ibrido, un luogo dove i piatti si recitano, si ballano, dove musica e danza diventano parte della scena di un evento culinario.
A volte riesce a realizzarlo, anche se è difficile.
Quello che vive oggi è una ricerca fatta di amore, convivialità e socialità.
La domanda che lo porta avanti ogni giorno è: di cosa c’è bisogno?
Cosa posso irradiare nell’atmosfera?
Immerso in un mondo concreto, in cui è importante capire le priorità, è il primo ad arrivare, l’ultimo ad andarsene, monta, carica, scarica, accoglie, saluta.
Il suo ruolo è una sorta di ponte tra Elena, Giulia e il personale.
Permette loro di creare senza intoppi, di liberare l’arte dalle piccole incombenze quotidiane.
Una sorta di bodyguard della creatività, che difende il confine.
A volte rimane da solo, ed è una bella sensazione.
A volte si esibisce con un quartetto jazz.
A volte, con Kitchen Wishes, improvvisa.
Il jazz può essere tante cose, non solo musica.
L’obiettivo?
Fare un percorso con se stesso, star bene con le persone.
La pace, ma una pace divertente.
Fare un percorso con se stesso, star bene con le persone.
La pace, ma una pace divertente.
Lascia un commento